Beni culturali da sballo

  • L’affare dei dj set, del fitness e dei concerti nel patrimonio culturale
  • Teodoro De Giorgio

  • Collana
    Polemos
  • Anno
    2018
  • Pagine
    152
  • Formato
    15,5 × 21,5 cm, brossura
  • ISBN
    978-88-85795-10-5

  • Prezzo
    € 20,00€ 19,00 Sconto 5%

l’autore

Teodoro De Giorgio (Brindisi, 29 settembre 1979), storico dell’arte, è dottore di ricerca in studi sulla rappresentazione visiva all’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze, dal 2013 entrato a far parte della Scuola Normale Superiore di Pisa, ed è specializzato in storia dell’arte medievale e moderna. Nella sua attività di ricerca si occupa di iconografia e iconologia, di storia dell’arte cristiana e di gestione del patrimonio culturale. Èautore di numerose pubblicazioni in riviste specialistiche e ha partecipato, in qualità di relatore, a convegni scientifici nazionali e internazionali. Ha ideato e curato esposizioni artistiche poste sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e progetti museologici di committenza ecclesiastica. Scrive di questioni inerenti alla tutela del patrimonio culturale sull’Huffington Post.

l’opera

Va di moda, oggi, ballare e praticare fitness nei musei. In Italia, a differenza degli altri paesi, questa moda ha assunto tutti i tratti dell’affare e ha ripercussioni culturali e sociali molto più gravi. Malagestione pubblica e interessi privati sono all’origine di questo fenomeno socio-culturale, che l’autore ha definito dei «Beni culturali da sballo». L’uso improprio del patrimonio culturale, sistematicamente adibito, per ragioni commerciali, a «location» per feste da ballo, attività ginniche e concerti pop e rock, nuoce non solo alla sua conservazione materiale, ma anche al suo decoro e contribuisce a traviare la (già fragile) coscienza civica dei cittadini italiani, in particolare dei giovani.

Dal Museo di Capodimonte al Parco archeologico di Selinunte, dal Museo Egizio di Torino a Villa Borghese, dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze al Colosseo, dall’Arena di Verona all’Archivio centrale dello Stato, dalla Basilica Palladiana di Vicenza al Castello Alfonsino di Brindisi, nessun monumento è al sicuro. I beni culturali sono stati asserviti alla logica del facile profitto, legata ad attività effimere incompatibili con il carattere storico-artistico dei luoghi e incuranti dei problemi conservativi.

Ma cosa dice la Legge in proposito? È consentito trasformare un monumento in discoteca, in palestra o in palco per concerti? Teodoro De Giorgio risponde a queste e altre domande passando in rassegna, con dovizia di particolari e di documenti inediti, tutti i principali casi che hanno visto musei, istituzioni, siti archeologici e monumenti pubblici italiani adibiti a «Beni culturali da sballo».

Sommario

Premessa - Prefazione, Tomaso Montanari – I. Il trasformismo dei beni culturali italiani – II. Specchietti per le allodole – III. Dj set - Castello visconteo di Legnano - Museo Madre di Napoli - Musei e spazi per l’arte contemporanea - Villa Borghese - Museo Stibbert di Firenze - Castel Sant’Elmo di Napoli - Castello Alfonsino di Brindisi - Parco nazionale della Majella - Museo di Capodimonte - Biblioteca nazionale centrale di Firenze - Basilica Palladiana di Vicenza - Archivio centrale dello Stato - Parco archeologico di Selinunte - Musei ed edifici storici di Torino - Festival di musica elettronica - Cosa riserva il futuro? Silent disco nei musei – IV. Fitness – V. Concerti rock e pop - Un caso emblematico: Divo Nerone Opera Rock – VI. I danni: decibel assassini – VII. La normativa sull’inquinamento acustico – VII. Non tutto è perduto