Dal privato al pubblico - 2a edizione

  • Note sul collezionismo d’arte e di antichità dall’antico al secolo XVIII
  • Maria Vittoria Brugnoli - a cura di Enzo Borsellino

  • Collana
    Saggi di Storia dell’Arte
  • Anno
    2010
  • Pagine
    368, con oltre 150 illustrazioni in bicromia
  • Formato
    15,5 x 21,5 cm, brossura
  • ISBN
    978-88-88168-50-0

  • Prezzo
    € 40,00€ 38,00 Sconto 5%

l’autore

Maria Vittoria Brugnoli, libero docente in storia dell’arte, ha svolto una lunga attività nei ruoli del Ministero dei Beni Culturali, già Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, in qualità di redattore della rivista “Bollettino d’arte”, di ispettore e quindi di direttore del Museo di Palazzo Venezia di cui ha curato la verifica della consistenza dei diversi settori che lo costituiscono. Divenuta soprintendente, le furono affidate, successivamente, la Soprintendenza alle Gallerie di Mantova, Cremona, Verona; di Bologna, infine di Roma. Un’attività che ha portato l’autore a diretto contatto con un ambito operativo che andava ad affiancarsi a quello di ricerca orientato sovrattutto su temi inerenti alla pittura e alla scultura del Cinque e Seicento. Una ricerca durante la quale sono venuti ad emergere problemi museologici collegati alla storia del collezionismo, destinati a confluire nelle moderne problematiche museali, al momento dell’affermazione del museo come pubblico istituto di pubblica utilità. In qualità di libero docente e poi professore associato ha tenuto corsi inerenti ai diversi temi presso l’allora Istituto di Storia dell’arte della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

L’opera

L’Algarotti avvertiva che sarebbe stata “opera quasi che infinita avere quadri di ogni pittore” e, parafrasando, si potrebbe dire altrettanto qualora si intendesse dar conto in modo esauriente, e sia pure entro limiti di tempo e nell’ambito della cultura occidentale, di quanto si può considerare premessa all’istituto del moderno museo d’arte e di antichità: punto di arrivo per le sue implicazioni di pubblica utilità. Nessuna presunzione pertanto in questo senso, ma soltanto l’intento di sottolineare per cenni taluni aspetti che sono apparsi significativi di un lungo percorso che si accompagna a quello della cultura, oltre che ad eventi di altra natura; in vista dell’antico aforisma secondo il quale “soltanto gli uomini istruiti sono liberi”. Un fine, quello dell’istruzione o meglio dell’educazione, che presiederà al momento in cui, nel secolo XVIII, si verificherà il trapasso dal collezionismo privato al pubblico museo. Una soglia sulla quale è apparso qui opportuno arrestarsi.

Sommario

Parte I - Il collezionismo dall’antichità al secolo XVII - Dall’antico alla rinascenza - Umanesimo e rinascenza - Il Cinquecento: tra ‘antico’ e ‘meraviglioso’ - Il Seicento: età del grande collezionismo – Parte II - Il Settecento: dal privato al pubblico - Un nuovo rapporto tra arte e pubblico - L’edificio del museo in funzione della propria destinazione - Interventi del Winckelmann, del von Mechel, del Lanzi - Il museo in Francia in epoca rivoluzionaria: istituzione pubblica di pubblica utilità