La collezione del principe Lelio Orsini nel palazzo di piazza Navona a Roma

  • Adriano Amendola

  • Collana
    Collezionismo Roma/Ferrara
  • Anno

    2013

  • Pagine

    232, con oltre 30 illustrazioni a colori

  • Formato
    15,5 x 21,5 cm, brossura
  • ISBN

    978-88-98229-05-5


  • Prezzo
    € 40,00 € 38,00 Sconto 5%

L’AUTORE

Adriano Amendola è ricercatore presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana di Mendrisio nel progetto Giacomo, Giovanni Battista and Pier Francesco Mola: Interaction, networking and ascent of a Swiss Italian family of artists in Baroque Rome. È collaboratore scientifico della cattedra di Storia dell’arte alla Sapienza Università di Roma, dell’Università di Chieti e dell’Institute République des Lettres-Respublica Literaria UPS 3285 del CNRS di Parigi. Per questi tipi è autore dei volumi I Caetani di Sermoneta. Storia artistica di un antico casato tra Roma e l’Europa nel Seicento nel 2010 e Il colore dei marmi. Tecniche, lavorazioni e costi dei materiali lapidei tra Barocco e Grand Tour nel 2011. 

l’opera

Quali furono gli eventi che definirono il carattere, la vita e la collezione del principe Lelio Orsini? Il volume vuole offrire una risposta a questa domanda prendendo in esame il personaggio, dalla sua passione per l’antiquaria e il teatro agli interessi intellettuali, ricostruendo il rapporto con il fratello Flavio e l’intrigante cognata, la bella Marie-Anne de la Trémoille nota come la Princesse des Ursins. Si entra così quali privilegiati spettatori nella sua dimora di piazza Navona dove era ospitata la ricca collezione di dipinti, disegni e statue antiche e si assiste alla ricostruzione dei legami di Lelio con artisti del calibro di Gian Lorenzo Bernini e con i protagonisti delle vicende politiche del tempo, da papa Alessandro VII Chigi al cardinale Mazzarino. Tra le opere d’arte che arricchivano le sale del perduto palazzo ideato da Antonio da Sangallo si annoveravano capolavori di Lorenzo Lotto, Sebastiano del Piombo, Annibale Carracci, Carlo Saraceni, spaziando dalla pittura rinascimentale ai più alti esiti del Seicento. L’Orsini, schivo, per nulla mondano, genuinamente interessato alle arti liberali, instancabilmente attratto dal bello e dal diletto della pittura fu l’ultimo esponente di una gloriosa stirpe di condottieri, cardinali e illuminati principi. Un uomo pieno di contraddizioni come il secolo in cui visse, di cui fu protagonista.

Sommario

Premessa, Silvia Danesi Squarzina – Introduzione – Sotto il segno dei gigli – Il profilo di un intellettuale tra poesie musicate, testi per oratorio e raccolte di libri – I beneficiati dal testamento e un tesoro inaspettato – Le stanze del principe: dipinti ereditati e nuove acquisizioni – Lorenzo Lotto, Annibale Carracci e il “Gabinetto delle pitture” – La vendita dei beni: il ruolo di Giuseppe Ghezzi, padre Sebastiano Resta e del cardinale Gianfrancesco Albani – L’ultima dispersione: la quadreria del IV Duque de Uceda – I dipinti, i disegni e le sculture di Lelio Orsini attraverso il suo inventario – Appendice documentaria – Bibliografia