Inquietudine e malinconia in Francesco Cozza calabrese

  • Antonella Pampalone

  • Collana
    Saggi di Storia dell’Arte
  • Anno
    2008
  • Pagine
    232, con oltre 120 illustrazioni in bicromia
  • Formato
    15,5 x 21,5 cm, brossura
  • ISBN
    978-88-88168-33-8

  • Prezzo
    € 30,00€ 28,50 Sconto 5%

l’autore

Storica dell’arte, si è laureata a Roma con Giulio Carlo Argan con una tesi monografica sul pittore del Seicento Giacinto Brandi. Ha svolto attività didattica come docente di Storia dell’arte nei licei classici e, come cultrice della materia, presso il Dipartimento di Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza”. Attualmente è funzionaria presso la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e del Polo Museale di Roma. I suoi studi specialistici sulla pittura del XVII e XVIII secolo si sono estesi anche alla grafica, alla scultura ed all’architettura come dimostra la partecipazione a mostre, convegni e la pubblicazione di diversi saggi scientifici, numerosi quelli per la collana “Studi sul Settecento Romano”, che hanno affrontato anche problematiche relative alla demografia artistica e ai più vari aspetti della committenza. Tra i volumi più noti si ricordano I disegni di Lazzaro Baldi (1979), La Cappella Spada in Santa Maria in Vallicella (1993), La favola di Saturno (2005).

L’opera

In questo libro l’autrice riesamina la lunga e operosa carriera del pittore calabrese Francesco Cozza (1605-1682), rintracciandone gli innumerevoli rapporti intessuti nel fervido ambiente romano del suo tempo. Se ne ricava l’immagine di un artista fortemente debitore a molte esperienze altrui, sia nel Regno di Napoli da cui proveniva, sia a Roma, ma che mantenne sempre una assoluta autonomia pur partecipando alle tendenze dominanti in una posizione equidistante tra il Classicismo e l’incipiente Barocco. La sua produzione, che accanto ai temi sacri e allegorici affianca una sensibilità arcadica per il paesaggio, lo rende oggi più che mai graditissimo a chi indaghi sul Seicento romano con mentalità sgombra da schematismi e da categorie prefissate. Con chiave di lettura del tutto innovativa, viene rimarcata una sostanziale coerenza e continuità nello sviluppo del Cozza, raro caso di artista che si evolve continuamente pur restando fedele a se stesso e al proprio ideale figurativo in un continuo andirivieni tra classica dottrina e appassionata tensione emotiva.